Taglit, un viaggio alla scoperta d’Israele

Riporto (con il consenso dell’autore) dalla mailing list dell’UCEI la prima lettera di un partecipante al viaggio di Taglit conclusosi da poco.


Si è concluso il viaggio Taglit Italia 2012, un programma alla scoperta di Israele diretto ai giovani fra i 18 e i 26 anni che non abbiano mai partecipato a un viaggio guidato in Israele.

Il viaggio, interamente finanziato dal governo israeliano e donatori americani, ha lo scopo di mostrare Israele e ravvivare quel senso di appartenenza alla nostra nazione che spesso rischia di affievolirsi vivendo in diaspora. Così come confermato da Lynn Schusterman, una delle più grandi filantrope ebree, che ha coperto in questo caso un terzo del costo del viaggio dei ragazzi, l’obiettivo è che ognuno possa innamorarsi di Israele e tornare a casa fiero e orgoglioso del suo essere ebreo.

 Il viaggio è durato dieci giorni toccando alcuni dei luoghi più importanti e significativi di Israele, mettendo insieme momenti divertenti e alla scoperta del territorio, ad altri più seri di riflessione interiore. Dalla scoperta delle alture del Golan con camminate e rafting sul fiume Giordano e la città santa di Tzfat, al mare di Netanya e la vita notturna di Tel Aviv Yaffo, dalle passeggiate nel deserto a Masada e sui cammelli, alle visite al Kotel e a Yad Vashem a Gerusalemme.

I ragazzi hanno rivissuto alcuni dei momenti più importanti della storia di Israele con delle visite toccanti al museo dell’Indipendenza, al Kotel, allo Yad Vashem, al cimitero di Har ah Herzel, dove si è cercato di trasmettere come Israele sia un faro per il popolo ebraico, un posto da poter considerare casa dove le porte saranno per ognuno di noi sempre aperte.

Dei 29 ragazzi che hanno partecipato al viaggio, alcuni hanno poi deciso di allungare i propri biglietti, chi per vivere le notti di Tel Aviv, e chi invece come Mario e Daniele, per fermarsi a fare del volontariato a Tzfat. Il programma ha creato un gruppo molto unito, riavvicinando ragazzi altrimenti molto estranei alla vita comunitaria. La sfida per il futuro è di riuscire a coinvolgere molti più ragazzi in questo progetto, risvegliando le loro identità ebraiche.

Benedetto Sacerdoti